dipendenza affettiva, Narcisismo, relazioni tossiche

FAQ – Tutto quello che hai sempre voluto sapere sul narcisismo e non hai mai osato chiedere.

Mi occupo ormai di dipendenza affettiva da diverso tempo. Abbastanza da poter individuare quali sono le domande alle quali, più frequentemente, chi si imbatte in una persona con disturbo narcisistico di personalità sente il bisogno di avere risposta.

37249053_509314019498129_3398614231279468544_nHo incontrato molte donne eccezionali rimaste imbrigliate in una relazione disfunzionale. Molte sono riuscite a liberarsi: hanno riavuto indietro la loro vita, la loro autonomia, i loro pensieri, si sono riprese tempi e spazi che avevano sacrificato al partner e tirato via dall’altare sacrificale il cuore malconcio eppure ancora vibrante che avevano deciso di immolargli. Soprattutto hanno compreso le ragioni del loro rimanere in quelle relazioni così infelici. Ognuna di loro, a turno, mi ha posto queste domande, ma sono state sempre loro, raccontandomi la loro storia, a farmi avere le risposte. 

Raggruppo l’elenco di queste domande in questo post, cosicché ognuna di voi possa facilmente trovare risposta, con la consapevolezza che l’informazione è il primo (propedeutico) passo verso il percorso che porta fuori dalla dipendenza affettiva ma con l’augurio che non resti l’unico.

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Credo fermamente che psicologi, psicoterapeuti e psichiatri, abbiano una cruciale responsabilità sociale in tal senso. Aiutare a riconoscere, sin dai primi segnali una relazione patologica, può aiutare le persone a sfilarsi da una dinamica sfiancante, prima che la loro salute mentale sia irrimediabilmente compromessa.

  • MI AMA?

No, almeno non nel modo in cui tu intendi l’amore. Probabilmente nonostante ciò che se ne dice non ama neppure se stesso, figuriamoci riuscire ad amare qualcuno che sia altro da sé. Al massimo ama il modo in cui lo fai sentire, l’onnipotenza che gli conferisci, l’adorazione con cui lo incensi, l’ammirazione con cui lo guardi. Ama di te il fatto che lo ami nonostante tutto, ama gli sforzi che fai per convertirlo all’amore, ama il potere che sa di poter esercitare su di te, i tentativi che fai per lenire il suo dolore, riempire il suo incolmabile vuoto. In una parola: ama il se stesso che vede riflesso nei tuoi occhi, un tale che non esiste ma che ha le sue sembianze, che sa di essere di gran lunga migliore di ciò che potrà mai ambire a diventare.

  • È CONSAPEVOLE DI CIÒ CHE FA?

Non esattamente. Nel senso che una persona con un disturbo narcisistico della personalità è consapevole generalmente del fatto che ciò che fa è sbagliato ma non ha chiaro quanto può far male alle persone che gli vogliono bene. Non è affatto cosciente del dolore che procura e, perfino quando le sue condotte sembrano il risultato di un crudele piano ben studiato, di una raffinata manipolazione, sono in realtà il riflesso del disordine della personalità che lo affligge più che l’esito di una cattiveria deliberata. Manca in lui la componente emotiva delle emozioni mentre non è deficitaria quella cognitiva.

Forse questo può aiutarti ad assolverlo, sebbene non è affatto necessario che lui abbia il tuo perdono. Ho letto decine di pagine brulicanti di sopravvissute a narcisisti che gridano al mostro, si fomentano vicendevolmente, tacciano gli ex di essere infimi calcolatori e pianificatori di crudeltà immonde sciorinate senza pietà secondo disegni spietati. Non è così. Ma forse, anzi certamente, è utile pensarlo per tirarsi fuori dalla relazione prima di annientarsi. È altrettanto importante che tu tenga bene a mente che il fatto di saperli inconsapevoli di fronte al male che esercitano di certo non deve essere la scusante per continuare a restare in una relazione che ti affligge, tanto più se ci sono profili di abuso. Un maltrattamento rimane sempre un maltrattamento, anche se inconsapevole. La tenerezza riserviamola a chi, coi suoi comportamenti, ci strappa un sorriso, non a chi ci ferisce.

N.B. Narcisisti gravemente patologici possono essere consapevoli, ma solo se ci sono tratti di psicopatia e antisocialità. Anche alcune forme di narcisismo covert possono raggiungere buoni livelli di consapevolezza. Essere consapevoli tuttavia non ha nulla a che fare col sapere come smettere, volerlo, o riuscire a farlo. Questo consideralo un assunto.

  • PUO’ CONTROLLARLO?

No. Abbiamo detto che quasi mai ne è consapevole. Dunque come può controllarlo? I passaggi dalle fasi di idealizzazione – scarto – abbandono sono vissuti come imperativi. La separazione da te (e da chiunque lo abbia mai amato) è per lui un pensiero talmente raccapricciante e terrifico che non può far altro che inscenarla nel tentativo paradossale di prevenirne l’angoscia. Per separarsi da te però deve prima denigrarti, distruggerti, corrompere l’aura dorata in cui aveva voluto racchiuderti, altrimenti sarà impossibile separarsi dell’oggetto amato. Ci si può separare solo da una cosa odiata, non certo da una amata. Tutto questo è inconsapevole (eccetto sempre per i narcisisti con tratti di psicopatia o antisocialità o alcune forme covert). Ma, di nuovo, questa non può essere un’attenuante!

  • SE NON PUO’ CONTROLLARLO PERCHE’ COMPIE I SUO ABUSI SEMPRE LONTANO DA TESTIMONI?

Il fatto che la persona narcisista che hai incontrato sia infinitamente brava a mascherarsi di fronte al pubblico fa parte del suo quadro di personalità e non è affatto la prova che sia consapevole e capace di controllare i suoi comportamenti. Semplicemente ha strutturato, in maniera inconscia, tutta la sua vita sul bisogno che nessuno si accorga della vulnerabilità che lo strazia perché questo (dal punto di vista psichico) lo ucciderebbe. Ha fatto in modo che se non in alcuni, rarissimi, istanti, nemmeno lui potesse accedervi mai. È proprio perché ad un certo punto della relazione, data la vostra vicinanza, si sente minacciato dal fatto che potresti essere tu quella con in mano le chiavi di accesso che ti scarta con violenza. Nessuno deve vederlo debole, nessuno deve conoscere la sua vera natura. Va da sé che più ampio è il pubblico più forte è la pressione che lo porta a tenere incollata al viso la sua maschera di grandiosa perfezione. Perciò non farà alcuna mossa falsa davanti a testimoni: non è pianificazione, è istinto di sopravvivenza (psichica). Inoltre un narcisista come può perdere l’occasione di mostrarsi meraviglioso di fronte a un potenziale pubblico di adoranti? Ne deriva che tutti lo crederanno perfetto, impeccabile, irreprensibile mentre la matta, isterica, esagerata sarai tu.

  • PUO’ GUARIRE?

Breve premessa: questa è una domanda “odiosa” perché, semplicemente, è sbagliata. La domanda giusta da farsi è se noi possiamo guarire.

Guarire dall’illusione che abbiamo voluto chiamare amore, guarire dalla convinzione che possiamo accontentarci di briciole. Guarire dallo stato di perenne attesa a cui ci siamo condannate. Guarire dall’idea che l’amore è pathos, che annienta senza creare. Guarire dal credere con tutte le nostre forze che amare è uguale a salvare, cambiare, combattere, vincere.

Farci queste domande e risponderci “SI, io posso guarire, io VOGLIO guarire” renderà questa domanda vana. Che questo signore guarisca o no non è affar nostro. Prima lo capiremo prima ci riprenderemo la nostra vita.

Tuttavia, siccome questo è il quesito che mi viene rivolto più spesso, mi sento in dovere di rispondere, con onestà intellettuale.

Vorrei infatti poter dire che NO, un narcisista non può guarire. Sarebbe più facile per coloro che ci hanno avuto una relazione rassegnarsi. Del resto la stragrande maggioranza di loro non guarisce affatto, questo è bene saperlo. Per struttura di personalità sono infatti persone repellenti alla psicoterapia e convinti di essere perfetti. Ciò non depone a favore di una crescita personale o di un cambiamento. Difficilmente accetteranno di iniziare un percorso terapeutico che possa provocare una profonda ristrutturazione del sé. Messi alle strette potrebbero acconsentire in maniera strumentale a contattare uno psicologo per convincere la fonte primaria a tornare da loro (“guarda cosa sono disposto a fare per te!”), oppure per liberarsi di qualche sintomo fastidioso: impotenza, ansia, insonnia.

Tuttavia può succedere che, giunti a una certa età, avendo tutt’ intorno una aridità relazionale che li terrorizza, temendo di precipitare ed essere inghiottiti da quel vuoto che hanno tentato disperatamente di riempire con tutte le cose meravigliose e grandiose di cui si sono circondati (te compresa), sentendosi soli nonostante le mille mila conquiste della loro vita, decidano di capirci di più sui motivi che hanno portato la loro esistenza a prosciugarsi di adorazione. Forse a quel punto prenderanno un po’ di consapevolezza, magari nel tentativo di scongiurare una morte in assoluta solitudine e proveranno a modificare qualcosa del loro modo di fare. Non è detto che ne sentano il bisogno o che, nel caso lo sentissero, ci riescano. Tu quanto sei disposta ad aspettare?

  • POSSO SPERARE ALMENO IN DELLE SCUSE? MAGARI QUANDO SI RENDERÀ CONTO DEL MALE CHE MI HA FATTO?

No. Le scuse non arriveranno mai. O meglio: è possibile che arrivino ma serviranno solo a ricaptarti nella relazione. Probabilmente pronuncerà la parolina magica “S-C-U-S-A” se (e solo se) il suo serbatoio di adorazione narcisistica è in riserva e tu sei la persona più facile da riconquistare e dalla quale velocemente avere il rifornimento che gli giova. Dopo riprenderà a maltrattare come se non fosse successo niente, con una nonchalance disarmante. I clinici di tutto il mondo concordano su un tratto distintivo del narcisismo: il difetto di empatia, ovvero l’incapacità di interpretare e sentire correttamente le emozioni altrui, che da solo spiegherebbe anche perché i narcisisti patologici possono agire distruttivamente senza provare alcun senso di colpa. Questo gli rende impossibile comprendere fino in fondo il male che ti ha fatto: se non ti ha fatto niente di cosa dovrebbe scusarsi?

  • È VERO CHE TORNANO SEMPRE?

Si, questo è pressoché vero. Anche se è ovvio e sottinteso che non è possibile generalizzare. Volendolo fare possiamo dire che se è vero che la persona narcisista risponde alla logica del rifornimento narcisista allora andrà laddove ce ne sarà di più e dove sarà più facile ottenerlo. Esistono fonti primarie di rifornimento (le mogli, le fidanzate ufficiali, certe storiche amanti) e fonti secondarie (le amiche with benefits, l’amante di turno, le colleghe con cui flirta). Quando la relazione con la fonte primaria va in crisi (fase di scarto o di abbandono) il narcisista si rivolge alle fonti secondarie, in modo da non trovarsi “sprovvisto di carburante”. Quando la fonte primaria, addolorata e devastata, lo implora di tornare promettendo di “fare la brava”, il narcisista può decidere di farlo e ottenere ancora per un po’ le conferme che gli servono. Persino dopo anni un incontro causale può essere l’occasione per ricominciare: farà un complimento tarato su ciò che sa bene può lusingarti, ammiccherà, azzarderà un nostalgico accenno a quanto si stava bene insieme e ricomincerà come prima.

  • UNA DIPENDENTE PUÒ DIVENTARE NARCISISTA? OVVERO: NON È CHE LA NARCISISTA SONO IO?

No. probabilmente non sei narcisista. Però, in comune col tuo narcisista, hai una “ferita narcisistica” che è ciò che ti ha permesso di restare dentro una relazione disfunzionale fino a sentirti massacrata. Ma se t’è venuto il dubbio vuol dire che sei sulla buona strada. Evidentemente, infatti, hai cominciato a difenderti. Appesa al chiodo la scintillante divisa della Croce Rossa, hai cominciato ad indossare l’armatura. Forse hai deciso di non rispondere più ai suoi messaggi: tranquilla, non è “punizione del silenzio” è legittima difesa. Magari lo hai bloccato su whatsapp e sei partita per un weekend al mare. Non temere, non è ghosting: è sopravvivenza. Forse hai deciso di cominciare a muovergli delle accuse e ti sembra di essere diventata come lui. Sappi che muovere accuse, criticare, attaccare sono comportamenti perfettamente normali, basta che siano riferiti ad eventi precisi descritti con dovizia di particolari in modo che il partner possa giustificarsi e spiegare. Lui con te non faceva questo. Riflettici un attimo. Le sue erano raffiche sferzanti di accuse fuori contesto e ingiustificate. Alcune si riferivano a fatti mai accaduti o ad intenzioni che non avevi mai avuto. Quando le accuse sono di questo tipo si è di fronte a un abusante. Tu sei solo una persona che sta, piano piano, imparando a difendersi. Continua così.

  • OK, IL NARCISISTA NON PROVA AMORE. MA LA SUA RABBIA E IL SUO DOLORE SEMBRANO AUTENTICI… O SONO ANCHE QUELLI FRUTTO DELLE SUE MANIPOLAZIONI?

No, ahimè, quelli sono autentici. La rabbia del narcisista è qualcosa con cui ogni suo partner prima o poi si troverà a fare i conti. Esplode in tutta la sua forza quando il partner si accanirà nel tentativo di far cadere quella maschera di grandiosità e perfezione, obbligando il narcisista a confrontarsi con il suo comportamento e, quindi, con la parte “difettosa”, fragile e vulnerabile di sé, in una parola: col suo dolore. La rabbia potrà quindi manifestarsi in vari modi: irritazione, indifferenza, esplosioni di collera verbale e violenza fisica. È per questo che un narcisista non va mai smascherato: non solo è inutile (negherà, non comprenderà, si metterà sulla difensiva e probabilmente sparirà) ma potrebbe davvero farti molto male, fisicamente male.

Non farti distruggere dalla sua rabbia e, giorno dopo giorno, abbandona anche la tua: ancora non lo sai ma è attraverso quella che lui continuerà per mesi, forse anni, a tenerti al guinzaglio. Infatti è proprio nel momento in cui il partner estingue la sua rabbia che il narcisista patologico inizia (a suo modo) a soffrire: avverte il dolore della ferita narcisistica e si arma per sferrare un nuovo attacco. A quel punto se l’ex partner è ancora arrabbiata/o si avvicinerà al narcisista con l’intento di rendergli pan per focaccia. Lui però, ricorrerà alla seduzione e al vittimismo e con buona probabilità riuscirà a riconquistare l’altro. La tua rabbia è funzionale solo al fine di allontanarti dalla relazione disfunzionale, poi va elaborata e lasciata andare perché altrimenti diventa il combustibile che alimenta il fuoco della dipendenza affettiva.

  • E SE NON FOSSE NARCISISTA? (OVVERO LA SPERANZA È L’ULTIMA A MORIRE).

Beh, se non lo fosse allora forse puoi sperare nel lieto fine.

Ma non è che, per caso, te lo stai chiedendo solo perché non vuoi rinunciare all’illusione di potere essere amata?

Se è vero che normalmente la speranza è l’ultima a morire ciò non vale affatto quando ci si trova ad avere a che fare con un narcisista.

Ricorda: con lui prima lasci morire la speranza e prima ritorni alla vita!

Buona rinascita!

Dott.ssa Silvia Pittera, Psicologa – Psicoterapeuta.

7 pensieri su “FAQ – Tutto quello che hai sempre voluto sapere sul narcisismo e non hai mai osato chiedere.”

  1. Buongiorno Dr.ssa
    ho trovato molto interessanti e utili i suoi post.
    Vorrei porle una domanda. -secondo lei è possibile vivere una relazione di coppia per 18 anni con un narcisista e subire la sua violenza psicologica senza avere la forza di scappare da lui?
    Ho sopportano per molti anni questo suo carattere violento verbalmente, da un po di tempo ho letto cose sul narcisista e mi ritrovo in queste storie come se fosse la mia vita raccontata. Mi chiedo, come posso aver sopportato tutto questo senza trovare la forza di chiudere il rapporto? Io non lo ama più da molti anni e questo lui lo sa, ma nonostante tutto per mille scuse ancora vivo con lui. Sono una dipendente affettiva? Anche se non provo alcun sentimento verso quest’uomo e lo vorrei allontanare dalla mia vita? Grazie se mi da una risposta perchè non so più cosa fare.

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    1. Salve Luciana, è la sua storia che, di fatto, risponde alla sua prima domanda. Si può stare, purtroppo, 18 anni con un narcisista patologico. Si può stare con uno di loro anche per tutta la vita, pagando un prezzo elevatissimo. Affinché questo non sia il suo caso le consiglio di rivolgersi a un terapeuta per farsi sostenere in questo percorso.
      In bocca al lupo.
      Dott.ssa Silvia Pittera

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  2. Dottoressa, ho letto molto sul disturbo narcisistico ma i suoi post sono quanto di più chiaro ed esaustivo potessi trovare. Essendomi imbattuta prima in un overt poi in un covert, ho trovato molto difficile smascherare il secondo, dato che mi sembrava l opposto del primo. A TAL proposito, lei fa riferimento a varie tipologie di narcisismo covert. Potrebbe spiegarni di cosa si tratta? Grazie e complimenti ancora

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