dipendenza affettiva, Narcisismo, relazioni tossiche

12 passi per uscire dalla dipendenza affettiva

Un viandante cammina per una strada assolata, finché giunge nei pressi di un cantiere, ove tre scalpellini lavoravano sotto il sole cocente. I tre svolgevano il medesimo compito, ma quando fu chiesto loro cosa stessero facendo, le risposte furono diverse.

«Spacco pietre» disse il primo.

«Mi guadagno da vivere» rispose il secondo.

«Costruisco una cattedrale» disse il terzo.

L’apologo degli scalpellini, la cui paternità (incerta) è attribuita a Peter Schultz ci torna molto utile perché suggerisce l’atteggiamento che dobbiamo intraprendere quando vogliamo porre fine ad una relazione maltrattante. Quest’uomo, che all’inizio ci è parso una persona degna d’essere amata e capace d’amarci, non è altro che un congegno infernale pronto a distruggere chiunque tenti di amarlo.

Volessimo inserirlo nell’apologo degli scalpellini potremmo immaginarlo come un artificiere, pronto a far brillare le fondamenta della cattedrale in costruzione non appena i tre tagliapietre lasciano il cantiere per riposare.

Ad immaginarcelo armato fino ai denti di pericolosissimo esplosivo viene più semplice capire il motivo per cui il contatto zero sia tanto necessario quanto imprescindibile.

Se sei quindi tra quelle donne fortunate che non sono obbligate a mantenere un contatto col loro killer sentimentale perché non ci condividono lavoro o figli fai subito un salto di gioia: per te sarà più facile. Se fai parte del gruppo sfortunato, non scoraggiarti. Lui è armato, vero. Ma puoi armarti anche tu: non è mai troppo tardi per apprendere l’antica arte della guerra. Purtroppo, la maggior parte delle persone non raccoglie abbastanza informazioni sul nemico, non analizza il campo di battaglia e non ha un piano preciso d’azione, ma vive giorno per giorno facendo sempre le stesse cose e, perciò, affronta sempre gli stessi problemi. Un generale che non pianifica le proprie mosse sarà sempre destinato a essere sconfitto.

Per questo noi pianificheremo le nostre mosse, e lo faremo in dodici passi. E alla fine non solo vinceremo la guerra, ma costruiremo la nostra cattedrale!

Primo passo

Definisci te stessa: sei una vittima e hai subito uno o più abusi, sicuramente molte manipolazioni. La responsabilità della violenza è di chi la compie ma quella di ricominciare a stare bene è solo tua.

Secondo passo

Definisci la dipendenza: la dipendenza affettiva non è una malattia, né un disturbo di personalità è semplicemente una modalità disfunzionale di stare in una relazione. Modalità più sane possono essere imparate sempre. Lo stai già facendo.

Terzo passo

Ridefinisci l’amore: quello che hai provato non è amore ma dipendenza: l’amore muove dal desiderio e ha come caratteristica fondante la reciprocità: la dipendenza origina invece dal bisogno e struttura una relazione sbilanciata dove tu dai molto più di quello che ricevi. Smetti di dire che sei innamorata e comincia a dire di te che hai un problema di dipendenza affettiva.

Quarto passo

Comprendi te stessa: la dipendenza affettiva ha radici antiche (se vuoi saperne di più clicca qui), solo la conoscenza della nostra storia potrà fare luce sul nostro futuro impedendoci di riproporre gli stessi schemi nel tentativo, paradossale, di cambiare gli esiti continuando a fare le stesse cose.

Quinto passo

Decidi (e sii categorica): prendi la decisione di uscire dalla dipendenza affettiva.

Sesto passo

Opera il contatto zero e non interromperlo mai. Il contatto zero dura tutta la vita perchè una persona maltrattante può tornare sempre ad esserlo. Non importa quanto tu adesso non creda possibile il suo ritorno, lui lo farà: succederà forse tra vent’anni, forse tra dieci, forse tra un mese. Non farti trovare impreparata. Se non puoi operare il contatto zero (lavori con lui o ci hai concepito i tuoi figli) non farti mai trovare disarmata.

Settimo passo

Onora la tua parte sana: intraprendi la tua battaglia ma ricorda che il vero nemico non è lui ma la parte di te che gli è rimasta asservita. Quella che ancora spera che lui cambierà e l’amore potrà finalmente trionfare. Mantieni in ogni momento l’ascolto della tua parte sana: è quella che vuole uscirne, quella che ti ha portato fino a qui, a leggere questo articolo, quella che ti tirerà fuori da questo inferno.

Ottavo passo

Sappi ciò che ti attende: non esiste un modo per non soffrire. Accetta l’ansia e il dolore che proverai, non sono eterni. Se credi di non riuscire da solo a fronteggiare l’angoscia della perdita chiedi aiuto ad un terapeuta esperto. Vedrai che la terapia sarà come una coperta calda in una notte gelida.

Nono passo

Resisti ai sintomi: saranno orribili ma tu non scoraggiarti e non dubitare della tua forza, ce la farai! Ricordati che di sintomi della dipendenza affettiva non si muore. Mentre se rimani con lui morirà senza alcun dubbio una parte di te, annienterai la tua individualità e ti consacrerai al suo altare come una vittima sacrificale. Ricorda che tutti i sintomi si manifestano allo stesso modo: insorgenza – crescita – picco di intensità – discesa – scomparsa.  Generalmente durano un lasso di tempo piuttosto breve (che sembra infinito ma non lo è). Sarai presto in grado di prevederne la durata, guarda l’orologio quando iniziano e quando finiscono e non dimenticare che dopo la loro scomparsa c’è sempre un arco di tempo, della durata variabile, in cui ti daranno tregua.

Decimo passo

Riconnettiti al mondo: chiama vecchi amici, persone a cui vuoi bene e che hai trascurato pur di non perdere nemmeno un minuto del tempo che ti concedeva lui. Se ritieni di avere una rete sociale scarna prova a frequentare contesti nuovi e a creare nuove amicizie.

Undicesimo passo

Trova un interesse, un hobby, qualcosa che facevi prima e hai abbandonato in suo nome, oppure cercatene di nuovi. Cos’è che hai sempre desiderato fare/imparare? Adesso è il momento giusto per cominciare!

Dodicesimo passo

Apriti gradualmente all’amore, abbandona piano piano le tue difese. Se riesci ad aprirti ad una nuova relazione prenditi il giusto tempo per valutare: dalla storia col tuo partner maltrattante hai imparato molte cose utili a capire se hai a che fare con un altro killer sentimentale o se stavolta hai incontrato una persona sana. Ti sembrerà che la nuova persona non sia in grado di coinvolgerti come il tuo patologico ex. Non considerarlo subito come un punto a suo sfavore: partner molto intermittenti sono in grado di farti provare incredibili picchi di adrenalina (ebrezza) e momenti di fortissimo sconforto (discontrollo, astinenza, isolamento), ma quella è dipendenza, non amore! Sei riuscita ad amare la persona sbagliata, figurati cosa puoi fare con quella giusta!

Come probabilmente avrai capito tu non stai affatto tagliando pietre, né stai guadagnandoti da vivere: stai costruendo la tua cattedrale, cioè te stessa.

È un’impresa dura, durissima, ma al contempo nobile e sacra. Ad ogni passo serviranno sempre più forza, impegno e volontà. Ci saranno giorni in cui ti sentirai sfiancata, altri in cui ti verrà voglia di andare a riposare esponendoti al rischio che l’artificiere torni e ti attacchi, proprio quando le tue difese sono più basse. Se dovesse succedere non giudicarti: abbi compassione per te stessa, tenerezza e amore ma senza mai dimenticare il rispetto: quindi ricomincia. Sii paziente, almeno quanto lo sei stata con lui. In quella tossica relazione hai dimostrato di essere capace di grandi sentimenti, devi solo imparare, attraverso i dodici passi, ad indirizzarli verso te stessa. Diceva Lao Tse che anche un viaggio lungo mille chilometri inizia con un piccolo passo. Alla fine del tuo scorgerai la maestosa ed imponente cattedrale che con determinazione e fatica hai costruito: allora ti sarà incredibilmente chiaro una cosa che avevi dimenticato, o forse non avevi mai compreso pienamente: il tuo tempio sei solo tu.

Dott.ssa Silvia Pittera – Psicologa e Psicoterapeuta.

12 pensieri su “12 passi per uscire dalla dipendenza affettiva”

    1. Mi chiamo Mariacristina,..Sono in cura da un terapista on quanto anch’io vittima di un Narcisista patologico,…è dura ,..l’unica molla che mi ha fatto scattare e decidere di intraprendere un percorso terapeutico,.è l’aver trascurato mio figlio che purtroppo ha anche una malattia cronica..e di questo mo vergogno ora è non me lo perdonero mai.

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  1. Sento il bisogno di ringraziarla. La trovo estremamente chiara, con una scrittura scorrevole e precisa e con una grande capacità di infondere coraggio e grinta sopratutto in chi sta faticosamente muovendo i primi passi per riconquistare la propria serenità .
    Mi sta dando molta energia
    Grazie 😊🙏🏻

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  2. Buongiorno,
    da quasi tre mesi ho chiuso una storia con un narcisista patologico che è durata 5 anni, in cui mi ha portato via tutto…mi ha fatta separare, allontanare da tutti, anche dai miei figli. Mi chiedo solo perchè io rimanga ancora in attesa di una “rivelazione”, perchè non riesca ad odiarlo, a volte la mia mente cerca il modo di tornare da lui. Sto praticando il contatto zero, anche se abitando vicini lo vedo, lui fino a pochi giorni fa mi lasciva biglietti o regalini inaspettati che a me facevano piacere. Il malessere interiore sta migliorando, ma sono stufa di non riuscire ad abbandonare l’idea che ho di lui (ovvero che non può essere così, che mi sbaglio io a giudicarlo). Non so come staccare la testa. Sono seguita da un terapeuta e dal centro antiviolenza. Mi chiedo quanto durerà… cerco ovunque appigli, e ho trovato questo articolo bellissimo e spero mi possa aiutare. Avrei tanto bisogno di parlare con altre donne che sono passate per tutto questo, ma non trovo da nessuna parte chat o gruppi. Lei saprebbe aiutarmi?
    grazie mille in anticipo

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    1. Salve Ale. Su Facebook ci sono moltissimi gruppi dove si riuniscono vittime di abuso narcisistico. Può provare, attraverso quelli a chiedere se vi sono, nella sua città gruppi di auto aiuto che si riuniscono fisicamente. Io ne organizzo uno a Catania ma non mi ha scritto in quale città lei vive. Faccia una ricerca sul web w su Facebook. In bocca al lupo. 🍀

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  3. Mi chiamo Mariacristina,..Sono in cura da un terapista on quanto anch’io vittima di un Narcisista patologico,…è dura ,..l’unica molla che mi ha fatto scattare e decidere di intraprendere un percorso terapeutico,.è l’aver trascurato mio figlio che purtroppo ha anche una malattia cronica..e di questo mo vergogno ora è non me lo perdonero mai.

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  4. Non so se lui sia un narciso ma so che io mi sento completamente diversa da quella che ero prima della nostra storia: mi manco e non riesco più a ritrovarmi, mi sento sempre più stupida e inutile, provo panico e tanta rabbia, ho il terrore di rimanere da sola. So con certezza di avere bisogno di aiuto ma non so a chi rivolgermi (non saprei a chi chiedere consiglio e non uso facebook), potrebbe indicarmi qualcuno di valido in provincia di venezia?
    grazie

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