Narcisismo, relazioni tossiche

Covert, il narcisista che non ti aspetti.

Dimenticate lo scintillio e la contagiosa grandiosità del tipico narcisista overt. I suoi modi fascinosi, lo sguardo da uomo che non deve chiedere mai, il suo flirtare sottile, quel sorriso spavaldo di chi tutto può. Dimenticate quell’uomo meraviglioso che ogni cosa che tocca la trasforma in oSara Andreassonro. Quello che stargli accanto è un vanto e perciò dovete essergli grate di brillare di luce sua. Dimenticate tutto questo e immaginate di trovarvi faccia a faccia con l’uomo più sensibile, romantico e umile del mondo. Ecco, penserete, questo non può essere narcisista. E invece vi sbagliate. Questa persona qui, che la letteratura chiama narcisista covert, contrapponendolo al narcisista overt (quello grandioso e onnipotente di cui sopra), è narcisista tanto quanto l’altro. Solo che ha lo svantaggio (per voi) di essere ben camuffato e, pertanto, difficile da individuare.

Difficile, sì. Ma non impossibile. Quindi non perdiamoci d’animo e facciamo in modo di isolarne le caratteristiche. Ricordiamoci sempre che i narcisisti non sono “cattivi”, sono solo le prime vittime del loro disturbo di personalità e pertanto sono persone sofferenti, il cui dolore va rispettato. E che rispettarlo non significa che spetta a voi prendervene carico.

Ora immagina di incontrare il Narcisista Covert (N.C.) in un bar. Non ti colpirà certo per la cura del suo aspetto. Non ci sarà probabilmente alcuno sfoggio di abiti firmati, niente auto o moto super-lusso parcheggiate appena fuori. Ti colpirà – ammesso che lo faccia – per la sua aria dimessa, per l’umiltà che trasuda dai pori, per l’aspetto trascurato come di chi s’è messo la prima cosa che ha trovato perché sa che l’abito non fa il monaco e, con la sua poca attenzione all’aspetto fisico, chiede implicitamente di andare oltre le apparenze e guardargli dentro.

Immagina adesso che tu ed N.C. vi sediate al tavolino del bar dove vi siete incontrati. Vi consegnerà in quel momento il suo biglietto da visita: la sua sofferenza.

È come se ti dicesse:

Ciao, sono Sempronio e sono addolorato. E nessuno mi capisce.

Il suo motto è qualcosa che somiglia al cogito ergo sum di cartesiana memoria, solo che “cogito” è sostituto da “soffro” e il dolore ha una funzione quasi estetica: ne vale la pena solo se c’è sofferenza, insomma.  E così vi racconterà del drammatico periodo che sta passando. Di come la sua vita è stata difficile: nessuno gli ha regalato niente. Oppure vi dirà di quella sua ex che l’ha lasciato solo a leccarsi le ferite che gli ha inferto senza pietà (ci sono spesso nei loro racconti una o più ex instabili di cui lamentarsi). Potrebbe raccontarvi del lutto che gli ha straziato il cuore, di una sciagura terribile che si è imbattuta sulla sua vita, cambiandola per sempre, dei suoi giorni neri dai quali vorrebbe venir fuori ma non trova la forza. Penserai allora che quella forza potresti dargliela tu, se solo lui si aprisse, se solo lui te lo permettesse. Questo racconto così intimo del suo sì tanto dolore avviene generalmente al primo incontro, forse al secondo, comunque sempre in un momento in cui una tale intimità appare prematura e lo svelamento di questa sofferenza è infatti elargito come un inestimabile dono che si fa ad una persona ritenuta speciale al primo sguardo: tu.

E a questo punto, che – te lo rammento – è solo l’inizio, provi già un’intensa tenerezza. Te la provoca volontariamente, per manipolarti? Certo che no, lo fa per la sua sopravvivenza psichica, perché ha bisogno di sentire la tua vicinanza. Quest’uomo sensibile e sofferente, forse un po’ timido ed insicuro, quest’uomo dai modi così gentili ti mostra il fianco al primo appuntamento e tu torni a casa con una sensazione di tenerezza che ti smotta il cuore.

Uno così che male può farti?

La risposta è semplice: può farti tutto il male che ti farebbe qualsivoglia altra persona con cui puoi instaurare una relazione disfunzionale.

Il narcisista covert, a differenza del gemello famoso overt, cova una rabbia cieca e segreta per il fatto che sente di esser nato “difettoso”: la sua vita è più difficile di quella degli altri, non ha i riconoscimenti che merita, non brilla nel lavoro (anzi spesso si auto – sabota professionalmente), si sente un genio incompreso. Il mondo non si accorge di quanto lui sia intimamente meraviglioso, migliore degli altri, e questo lo sfianca fino a logorarlo. Mentre il narcisista overt dice: “se non sono il migliore non valgo nulla” il covert controbatte: “vorrei tanto essere il migliore ma siccome il mondo è crudele non ce la farò di sicuro, quindi meglio non provarci nemmeno e risparmiare le energie”. Per questo è ipersensibile alle critiche, il fallimento è sempre dietro l’angolo, non gli si può fare un appunto che subito attiva un atteggiamento passivo-aggressivo: diventa prima depresso, poi intransigente. Quello che farai non sarà mai abbastanza e, se è abbastanza, rassegnati, non è fatto bene. Questo messaggio te lo comunicherà implicitamente decine e decine di volte, fino a farti sentire davvero impotente, davvero incapace. Lui, dal canto suo, diventerà sempre più controllante, egoista e giudicante. Alternerai momenti di rabbia a momenti di grande tenerezza per il suo dolore e la sua sofferenza, ti sembrerà di essere stata inglobata dalla bolla di negatività che lo circonda e di non riuscire ad uscirne. Vedrai il mondo ingrigirsi, le cose vitali ovattarsi, il tuo umore appiattirsi sul suo.

È probabile che il N.C. faccia uso di droghe o di alcol: gli servono per anestetizzarsi da quel mondo che non lo sa riconoscere, a cui sente di non appartenere. Gli servono anche a fronteggiare il dolore di prendere consapevolezza dei suoi limiti, talvolta persino di essere un narcisista. Sì, perché i covert hanno spesso maggiori capacità introspettive rispetto ai narcisisti overt e possono essere estremamente consapevoli della loro natura ma non per questo capaci di risolverla. Tale consapevolezza genera, infatti, solo altra sofferenza e frustrazione creando un vortice dal quale è difficilissimo venir fuori.

Probabilmente all’inizio della relazione N.C. ti terrà sulle spine: vorrebbe tanto stare con te, ti dirà che tu sei speciale, ma lui è troppo ferito, troppo insicuro: non sa se vuole impegnarsi in una relazione seria, non sa se è in grado di amarti come meriti. Un N.C. si aprirà moltissimo con te, sarà bello parlare con lui, e almeno all’inizio ti dirà molte cose. Tuttavia, l’unica che dovresti ascoltare è proprio quest’ultima: quando dice che non sa se potrà amarti come meriti dice, senza alcun dubbio, la verità.

Persino un orologio rotto, come sai, segna l’ora giusta due volte al giorno.

Ma non per questo ce lo teniamo al polso.

Dott.ssa Silvia Pittera, Psicologa – Psicoterapeuta.

11 pensieri su “Covert, il narcisista che non ti aspetti.”

  1. È tutto vero quello che è scritto in questo articolo …io ho avuto a che fare cn un narcisista concerto..e ringrazio tanto Dio e la mia terapeuta che ne sono uscita…

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  2. Splendido articolo, il mio crtminale affettivo mi disse in fase di scarto:
    tu meriti di essere amata e io… (intanto ne aveva combinato più di Bertoldo!)
    Gli son comunque molto grata, non fosse per quanto capitato con lui NON avrei abbandonato l’ingenuità!)

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  3. Esco da una relazione strana con una persona che ritengo borderline/narcisista per il male che mi ha fatto passare. Io però ho molta paura di avere qualcosa anch’io, forse questa cosa del narcisista covert. A volte mi sento descritto bene e ho davvero tanta paura di poter fare del male agli altri e di non poter avere l’amore e la vita serena che vorrei. Mi piacerebbe amare ed essere amato per ciò che sono. Sono disperato ho tanta paura di essere uguale a questa descrizione. Non so come uscirne.

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    1. Ciao Marco, se non sai come uscirne chiedi aiuto a un bravo terapeuta.
      Chi lo vuole davvero, chi è davvero disposto a mettersi in discussione e a lavorare su di sé ha sempre delle altissime probabilità di star meglio e avere l’amore e la vita serena che sogna.
      Non arrenderti a quello che sei (o meglio a quello che pensi di essere), piuttosto comincia a prenderti cura di te.

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  4. Ho 15 anni ho scoperto oggi di essere una narcisista covert… mi da fastidio come tutti i siti parlino di come liberarsene, quando da nessuna parte ho trovato un sito che dica come comportarsi con un NC o come uscire da questa situazione (se possibile). Vorrei uscirne perché non ha senso continuare così, e giustamente non troverò mai una persona che rimarrà a lungo con me dato che sarà sempre un rapporto a senso unico e dopo un po’ una persona si stufa. ma soprattutto non sarò mai felice perché sentirò sempre quel senso di vuoto. Oltre tutto se continuo a stare in questa zona confort senza fare il minimo sforzo il mio futuro come sarà? Non ricordo se sono sempre stata così ma può essere che ci sia stato un fattore scatenante? Sono sempre stata la vittima ma dopo aver scoperto di non essere così innocente sto ancora peggio di prima…

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    1. Cara Alice, ho due buone notizie per te. 1) A 15 anni il disturbo narcisistico di personalità non può nemmeno essere diagnosticato, pertanto tu non sei una “narcisista covert” sei solo Alice che con questa nuova consapevolezza di sé può cercare aiuto terapeutico e cambiare. Sei giovanissima e tutto devi fare fuorché attaccarti addosso pesanti etichette diagnostiche.
      2) Esiste eccome un libro che spieghi come comportarsi (o meglio l’autrice dice come “sopravvivere”) con un narcisista. Si chiama “Ho sposato un narciso” e l’ha scritto Umberta Telfener.
      Per quanto riguarda te sono fiduciosa. Saprai sicuramente trarre beneficio dall’aiuto psicologico che riceverai e sarai felice, te lo assicuro.

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  5. Era l’uomo più affascinante che io avessi mai incontrato. La mia resilienza mi aveva donato frutti dopo tante sofferenze. Finalmente una brava persona, lui era educato, nella vita uno psicologo-psicoterapeuta, sapeva parlare, ascoltare. Era dolce e affettuoso. La sua ex moglie “una iena” (naturalmente). Mi aveva conquistato il cuore, la testa, l’anima. Eppure, il mio fiuto aveva annusato quella strana sensazione di disagio.
    Ho seguito tutto il suo manuale; ogni fase. Ripetutamente, per ben sei anni, restando e tornando ogni volta. Nel mezzo ci sono stati, triangolazione costante con la ex moglie, un attività aperta e chiusa in due anni, pillole del giorno dopo e l’obbligo di deglutirle, un aborto, la prima amante, psicoterapia di coppia (durata praticamente niente) lividi, urla, scarti. Di nuovo psicoterapia da sola. I suoi pianti, le sue confessioni sulla sua patologia e le richieste di aiuto.
    Che io lo amassi più di ogni altra cosa, non bastava mai, fino all’ennesimo silenzio, seguita dell’ennesima svalutazione, lo scarto e l’ultima amante.
    È dura rialzarsi. Ma ho scelto di affrontare il lutto, tentare di perdonarmi. La mia psicoterapeuta aveva ragione “Quand’era bambina non poteva difendersi dagli abusi ma ora, che è una donna adulta, deve sapersi difendere. Così collude solo con il suo carnefice”
    Credo in me e nelle mie risorse. Mi sono salvata la vita più di una volta, speravo solo di non dover soffrire ancora. Qui e solo qui è la mia rabbia.
    Devo uscire da questo circolo vizioso, lui è stato solo molto, molto bravo nel suo sporco e subdolo gioco ma io lo sapevo.
    Non voglio odiarlo e non voglio odiare me stessa.

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